megaphone - Agosto 2005

Mer 31 Ago 2005
Mer 24 Ago 2005

Mercoledì 31 Agosto
Dj Zero

Frankie Hi nrg,

Baustelle,

Rino Gaetano,

Perturbazione,

Paolo Benvegnù,

Marco Parente,

Marco Parente e Stefano Bollani,

Altomare e Bollani,

Stefano Bollani,

Intervista: Stefano Bollani,

Stefano Bollani e Ares Tavolazzi,

Bollani Bodilsen Lund,

Lucio Battisti,

La Crus,

Petra Magoni e Ferruccio Spinetti,

Amalia Grè,

Cristina Donà,

Meg.

Mercoledì 24 Agosto
Dj Zero

Funkstörung

Laub,

AGF/Delay,

Lali Puna,

Solex + M.A.E.,

Supercilious,

Staubgold, Childish Music,

Alog,

Autechre,

Amina,

Blindfold,

The Books,

headphone science,

Mitchell Akiyama,

tba,

Monoceros,

Four Tet,

Nista Nije Nista,

braun & the mob,

DACM,

Akufen,

Rechenzentrum,

String Theory.

Mercoledì 31 Agosto

Populous

Queue For Love, 2005; voto: 3 su 5.

Quipo, 2002; voto: 4 su 5.

L'italianissimo Populous è la risposta patria alla domanda glitch-pop. Non per nulla, una coppia di dischi usciti per la Morr Music. Il primo disco, Quipo, non è per nulla male, in piena linea con il tema dell'etichetta. Il secondo, con Dose One, MAtilde degli Studio Davoli e ben componenti dei Giardini di Mirò a collaborare, è decisamente più ambizioso. Ed è un compitino svolto piuttosto bene, con qualche divagazione sperimentale ma non troppo. Ed allora? Forse Populous soffre un po' di timore; il disco manca di una spiccata personalità, che lo avrebbe reso decisimante superiore a tutti gli altri del genere. Così, invece, pur di alto livello, è solamente simile a tanti altri.

Ölvis

The Blue Sound, 2005; voto: 3 su 5.

Ölvis, 2004; voto: 4 su 5.

Stavo guardando le uscite discografiche della Resonant: Blindfold, Port-Royal, Stafraen Hakon, Emery Reel... tutti già passati da qeuste parti, e tutti ben riusciti. Ed ora tocca a questi Ölvis (di cui so nulla, ovviamente), di cui dovrei avere sotto mano l'opera omnia. Nel primo disco, del 2004, molto strumentale, siamo nel post-rock ibridato con i soliti noti islandesi, nel più recente ci sono canzoni cantate, col le classiche vocine sussuranti. Una coppia niente male, anche se preferisco il primo uscito al secondo. E dico Resonant etichetta dell'anno.

Martedì 30 Agosto

Prefuse 73

Surrounded By Silence, 2005; voto: 3 su 5.

Diciamo che si parte dall'elettronica; poi si aggiunge hip-hop, parecchio, molti ospiti; c'entrano anche i The Books. C'è perfino la cantante giapponese dei Blonde Redhead. Il disco è forse un po' troppo dispersivo e caotico, troppa carne al fuoco, che non riesce a cucinare a puntino. Tuttavia, non è brutto, ma, insomma, neppure bello. Con un produttore di polso, ne avrebbe giovato molto.

Lunedì 29 Agosto

Bows

Cassidy, 2001; voto: 3 su 5.

C'è un po' di tutto dentro questo disco: post-rock, trip-hop, drum'n'bass, voci eteree sia maschile che femminili. E senza essere troppo di genere, è pulitino, precisino, non disturba, insomma è abbastanza piacevole ed ameno.

Domenica 28 Agosto

Audio Bullys

Generation, 2005; voto: 3 su 5.

Spassosi questi Audio Bullys, piuttosto vari senza essere confusionari; passano tranquilli dalla rilettura del classico con Nancy Sinatra al tum cha più deteriore. Tutto con scanzonatezza e, tutto sommato, piacevolezza.

Nils Petter Molvaer

Remakes, 2005; voto: 2 su 5.

Ancora un altro disco di roba vecchia da NPM, dopo il live dello scorso anno. Questa volta ritenta la carta dei remix, che bene gli era riuscita in passato, utilizzando anche gente piuttosto illustre (Herbert, Laswell, Funkstorung), ma il risultato è un po' sfocato, e le riebolazioni non aggiungono nulla alla trama già scritta.

Khonnor

Handwriting, 2004; voto: 3 su 5.

Il tizio è giovanissimo (avrà adesso diciott'anni). Fa tutto da solo, mescolando sonorità shoegazing e folktroniche, insomma Slowdive e Múm. Gli viene fuori questo disco che, anziché essere troppo derivativo, ha notevoli punti interessanti. C'è qualche lungaggine di troppo, e qualche compiacimento sparso, per cui esigo una ulteriore maturazione ed un disco successivo molto più bello.

Sabato 27 Agosto

Disco Drive

What's Wrong With You, People?, 2005; voto: 2 su 5.

La cosa negativa che si può dire di questo disco è che si tratta di un altro disco rock-punk-funk-disco come ormai tanti ce ne sono, abbastanza codificato nel suo genere e senza molta originalità. La cosa positiva che si può dire di questo gruppo è che, pur essendo italiani, non hanno nulla da invidiare a gruppi similari stranieri, molto più blasonati solo perché pompati da stampa ipocritica.

Bonobo

Live Sessions EP, 2005; voto: 3 su 5.

One Offs, Remixes & B-sides, 2002; voto: 2 su 5.

Animal Magic, 2001; voto: 3 su 5.

Il primo è una specie di live, effettuato più o meno in studio con pubblico di conoscenti. Rivisitano un po' di loro tracce, aggiungono un inedito ed un remix. Dignitoso, anche se è difficile fare dal vivo una musica, l'elettronica dalla battuta bassa. La storia era cominciata con Animal Magic, disco abbastanza divertente, ma appunto di genere. L'anno dopo poi usciva un disco contenente remix a cura d'altri e per altri, che in realtà poco dicono. Tutti e tre i dischi, sentiti adesso, sembrano decisamente vecchi...

finn.

The ayes will have it, 2005; voto: 3 su 5.

L'anello di congiunzione tra i Radiohead di Kid A e i Sigur Ros. Sembrerebbe tutto bene, se non fosse troppo pedissequo in questa derivazione. Però si ascolta facile e tranquillamente.

Venerdì 26 Agosto

Sleater-Kinney

The Woods, 2005; voto: 3 su 5.

Ennesimo disco per questo trio femminile piuttosto indipendente. E di indie rock si parla, ormai un genere classico. Qualche vago accenno di shoegazing, qualche punkeggiatura, un disco digitoso.

Sophie Barker

Earthbound, 2005; voto: 2 su 5.

Voce suadente e chitarra sola; e pensare che è la cantante degli Zero 7, elettronica iperprodotta. Cosa la distingue dalla vasta schiera delle cantautrici acustiche che recentemente inflazionano il mercato? Poco (c'è Robin Guthrie qui e lì...) e nulla. Avanti un'altra.

Giovedì 25 Agosto

Vitalic

Ok cowboy, 2005; voto: 2 su 5.

Questo gruppo/signore mescola allegramente i peggiori Daft Punk con un po' di electroclash, ed ottiene un disco molto veloce, allegro, ma abbastanza noioso nel suo rifare cose già note...

Blue States

Nothing Changes under the sun, 2001; voto: 3 su 5.

Disco allegrotto, anche se molto strumentale, in pieno trip-hop. Cose molto leggere, simpatiche, che scorrono via con facilità. Fosse stato recente, avrei detto derivativo, adesso però dovrei fare mente locale... cosa succedeva nel 2001?

Mercoledì 24 Agosto

Maximilian Hecker

Rose, 2003; voto: 4 su 5.

Una rosa è una rosa è una rosa; ma qui Hecker, oltre allo struggente, zuccherosissimo e quasi eccessivo romanticismo, riesce a spargere qualche suono più cattivo del solito, che sorprende senza dispiacere. Ballate glitch ben riuscite.

Martedì 23 Agosto

vv.aa. (Mousike Lab)

condominium, 2004; voto: 4 su 5.

Marco Messina (già nei 99 posse) e Retina.it sono i tenutari di questa etichetta; e bella è la compilation che stabilisce più la poetica che presentare artisti dell'etichetta. Sono infatti disponibili all'ascolto Múm, Tarwater, Dj vadim, Velma, ed altri, tutti inediti (!) e tutti nell'area dei miscosuoni, glitch e della techno minimale. Se poi il titolo è ispirato al bel libro di J.G. Ballard, allora siamo proprio a cavallo...

Lunedì 22 Agosto

Bloc Party

Silent alarm, 2005; voto: 3 su 5.

Come i Cure più allegrotti e rock. Derivativi ma onesti, purché non se ne faccia un caso musicale (lo sono già stato? accidenti, me lo sono perso).

Domenica 21 Agosto

Domotic

Ask for Tiger, 2005; voto: 2 su 5.

Bye Bye, 2002; voto: 3 su 5.

Francese, musica elettronica, con il solito portatile. E se con Bye Bye (suo primo disco) aveva fatto qualcosa di abbastanza folktronico e godibile, con il secondo ha appensantito la composizione inserendo un po' di rumori ed altre stramberie, nel vano tentativo di rincorrere pop, sperimentazione ed electro anni ottanta.

Antony and the Johnson

Hope there's Someone CDs, 2005; voto: 3 su 5.

Prezioso singolino di Antony, che riprende un brano del disco, due inediti ed un video (tristissimo e bellissimo, come sempre). Nulla di particolarmente nuovo, ma è sempre un piacere.

Natacha Atlas

Ayeshteni, 2001; voto: 3 su 5.

Il "solito" disco di world di Natacha Atlas, con musiche arabeggianti, sonorità occidentali, miscuglio di ogni lingua. Babelico, ma, come sempre, scorrevole.

Sabato 20 Agosto

Archive

Unplugged, 2004; voto: 2 su 5.

Sono stati una band piuttosto interessante, che poi si è un po' persa per strada. Questo Unplugged (la cui moda è finita da parecchio) mette in mostra l'aspetto più negativo della loro opera: ovvero, che una volta scarnificata la loro musica dagli arrangiamenti e dai suoni, resta molto poco.

Clipz

Livin' Drumz, 2005; voto: 1 su 5.

Drum'n'Bass, di quella fissa, di quella cristallizzata nel suono di Roni Size (il disco esce per la Full Cycle). Non c'è un grammo di novità, tutto secondo il manuale del perfetto drumbassista. Noioso come pochi.

302 Acid

Even Calls, 2005; voto: 2 su 5.

Trio statunitense, associa elettronica e strumenti classici per realizzare una sorta di ambient aggressivo, con forti accenti improvvisativi e jazz. Però non riesce a funzionare molto bene, e dopo un po' annoia.

Sanso-xtro

Sentimentalist, 2005; voto: 3 su 5.

Un disco di elettronica acustica, di questa australiana, passata da batterista nella sua terra a solita in Inghilterra. Molti strumenti (anche un ukulele...), rigorosamente suonati, strumentali abbastanza cerebrali, ma un po' sfocati; la tengo presente per i prossimi tempi.

Decoder Ring

Somersault (ost), 2004 (?); voto: 4 su 5.

Loro sono australiani, e questa è una colonna sonora di un film australiano. Ma dai suoni e dalle atmosfere potrebbero essere benissimo islandesi, una specie di Múm più allegri. Delicato eppure penetrante, con alcune canzoni cantate dall'attrice.

Venerdì 19 Agosto

Thievery Corporation

The Outernational Sound, 2004; voto: 1 su 5.

Compilation piuttosto noiosa, in pieno stile Thievery. Lasciate perdere.

Whitey

The Light At The End Of The Tunnel Is A Train, 2005; voto: 2 su 5.

Pop-Rock allegrotto con spruzzi di dance e techno. Disco abbastanza insulso e con poca inventiva. Però potete usarlo come sottofondo, a volume molto basso, mentre siete impegnati in qualche divertente conversazione...

Ryan Teague

Six Preludes, 2005; voto: 3 su 5.

Sei preludi, solo un pretesto per sei composizioni di elettronica ambientale per nulla di facile ascolto, che per molti versi si avvicina alla classica contemporanea. Ma si riesce a seguire abbastanza...

Esmerine

Aurora, 2005; voto: 3 su 5.

Sono in due, e a tempo perso sono nei GYBE, Silver Mt. Zion e compagnia. Un disco quasi interamente di violoncello e leggere percussioni. Detto così, sembra una noia terribile; invece, è abbastanza scorrevole, ma ovviamente il metro di paragone della scorrevolezza è dato dai GYBE...

David Pajo

David Pajo, 2005; voto: 1 su 5.

Stiamo parlando di David Pajo, uno che con gli Slint ha inventato, un bel po' di tempo fa, il post-rock; e poi è andato con i Tortoise, che il post-rock l'hanno glorificato. Insomma, un momumento. E, con questo disco, mi fa tanto Simon e Garfunkel, canzoncine con coretti e melodie semplici semplici, care a tanto cantautorato americano. Lasciamo perdere.

Prefuse 73

Read the Books, 2005; voto: 2 su 5.

Siamo alle solite: pigliamo i Books, mettiamoli in mano ad un buon miscelatore di suoni, e vediamo cosa salta fuori. Tipicamente, i dischi di remix di dischi precedenti non riescono mai molto bene, e questo non è un'eccezione. L'identità dei Books si perde nei nuovi arrangiamenti, e l'arrangiatore non riesce ad espremirsi come è solito da solo. Pazienza.

Githead

Profile, 2005; voto: 2 su 5.

Comes si dice, un supergruppo: Malka Spiegel e MaxFranker (Minimal Compact), Colin Newman (dove suonava? mi pare di ricordare qualcosa...), Scanner... Ed il risultato, come spesso accade, è piuttosto lontano dalla somma dei contribuenti. Musica wave con almeno vent'anni di ritardo; in alcuni pezzi parlerei di plagio dei Wire d'antan...

c-schulz

5. Flicker Tunes, 2005; voto: 2 su 5.

Pesantissimo disco di questo signore che è nel giro dei Mouse On Mars (presenti singolarmente in un paio di tracce). Rumori sparsi, "droni" ovunque, musica elettronica veramente difficile e soprattutto noiosa.

Giovedì 18 Agosto

Dead Can Dance

Selections from Europe 2005, 2005; voto: 3 su 5.

Confezione patinata, concerto patinato, tutto è patinato in questo doppio CD che raccoglie gli "highlight" del tour europeo di quest'anno (visto che i cd dei singoli concerti sono andati esauriti in fase di pre-ordine). Nulla di nuovo, nulla di originale, nulla che non sia da avere assolutamente. Ma ai Dead Can Dance si perdona tutto...

Mercoledì 17 Agosto

Kinobe

Soundphiles, 2000; voto: 2 su 5.

Comincia allegro e cinetico, per poi rilassarsi su un classico chill-out; in entrambi i casi nulla di particolarmente originale, e senza particolari meriti.

Arcade Fire

Arcade Fire Demo EP, 2003-2005; voto: 3 su 5.

Ristampa del primo EP degli Arcade Fire, in origine autoprodotto; ed è divertente, senza essere eccezionale, un po' più allegro di Funeral ma senza strafare.

Martedì 16 Agosto

Xiu Xiu

La Foret, 2005; voto: 3 su 5.

Anche questo un disco triste e malinconico, che riesce però a convincere a sufficienza; merito della buona varierà dei suoni (elettronici, ma anche e soprattutto suonati). Figlio della wave più dark e malata, riescono ad aggiornare la proposta e ad essere piuttosto interessanti.

...Bender

Bender, 2005; voto: 3 su 5.

In uscita per una sussidiaria della Tenor Vossa (già casa dei malinconici Breathless), è un disco durissimo e tristissimo, un Nick Cave più tossico, dei Radiohead più allucinati, dei Low più malati; eppure, se si riesce ad arrivare alla fine (che non arriva mai, c'è anche una durissima ghost track), si scopre che in fondo non è poi male. L'ho perfino riascoltato dopo poco.

Domenica 14 Agosto

Amina

AnimaminA, 2005; voto: 4 su 5.

È il quartetto d'archi di sole donne che ha suonato per e spesso accompagna in tour i Sigur Ros. Se ne escono con questo breve e delicato disco in cui gli archi non sono così appariscenti come uno si aspetta; quattro canzoni piacevoli e rilassanti.

Blonde Redhead

Secret Society of Butterflies, 2005; voto: 4 su 5.

Sono le b-sides dei singoli estratti da "Misery..." raccolte in un unico cd single; e, per essere le b-sides, sono davvero belline; compresa la canzone che ospita David Sylvian alla voce.

Stereo MC

Paradise, 2005; voto: 1 su 5.

Funk, pop, hip-hop; tutto assieme, noia immensa.

Recloose

Hiatus On The Horizon, 2005; voto: 2 su 5.

Ennesimo incontro tra soul funk dance e techno. Poca roba.

Cristian Fennesz, Ryichi Sakamoto

Sala Santa Cecilia, 2005; voto: 1 su 5.

Non si sentiva proprio il bisogno di questi venti minuti di pianoforte sporcato dall'elettronica.

Michael Nyman

The Piano Sings, 2005; voto: 2 su 5.

Nyman riprende una manciata delle sue composizioni, spesso colonne sonore, e le riarrangia a solo piano. Il risultato, pur interessante, non dice molto. Brani evanescenti e poco coinvolgenti.

vv. aa. (monika)

4 Women no cry, 2005; voto: 4 su 5.

Quattro donne alla periferia dell'impero (Argentina, Georgia, Francia ed Austria) per questa compilation. Tutte sono alle prese con elettronica più o meno sperimentale; Bléfari più allegra e pop, TBA decisamente più intellettuale, una Bjork più cupa la francese Gouzy, densa di suoni la Pratter. Risultato complessivamente interessante, che speriamo continui nelle annunciate prossime uscite della serie

Sabato 13 Agosto

Blindfold

Blindfold, 2005; voto: 4 su 5.

Blindfold è uno degli Ampop, gruppo islandese (anche su Meganet nel 2003!) che deve molto ai Sigur Ros ed ai Múm. Meno sognante dei primi e meno sperimentale dei secondi, rimane comunque un bel disco di elettronica sbilenca e pop.

Róisín Murphy

Ruby Blue, 2005; voto: 4 su 5.

Lei è la (ex) voce dei Moloko; chi produce è Matthew Herbert. Il risultato, molto buono: le melodie malate della voce di Roisin ben si sposano con i suoni trovati di Herbert. Assomiglia per certi versi al disco dello scorso anno di Dani Siciliano, ma qui l'approccio è decisamente più pop.

Venerdì 12 Agosto

Larsen

Rever, 2002; voto: 4 su 5.

Ho scoperto da poco questi Larsen ed adesso non li mollo più. E più li ascolto più mi piacciono, questo post-rock oscuro (disco prodotto da Michael Gira), con pochi strumenti, voci occasinali, brani non difficili che richiedono attenzione per essere apprezzati. Bravi.

Altomare e Bollani

Gnosi delle Fanfole, 1998; voto: 3 su 5.

Il disco perduto di Bollani, di impossibile (!) reperibilità. La messa in canzone delle poesie di Fosco Maraini, in un linguaggio piuttosto inventato. Altomare e Bollani ci compongono attorno musiche che sanno di anni cinquanta e sessanta, seguendo la classica melodia della canzone italica. Ed è piuttosto straniante sentire queste canzoni funzionare soprattutto senza dare subito un senso ai testi; poi, si possono fare infinite considerazioni sull'operazione. Ma la cosa importante è che il tutto diverte, e ci si trova a canticchiare con loro...

Northpole

Northpole, 2005; voto: 3 su 5.

Finalmente (più di dieci anni dall'esordio) esce il primo disco ufficiale dei Northpole. Ed è un buon disco di rock (vedi Smith) cantato in italiano (vedi Afterhours), con momenti vicini al cantautorato (vedi Tenco) per via dei testi non banali. Paradossalmente, il limite del disco è di averlo già sentito, in tutti questi anni di attesa. Aspettiamo allora le nuove strade del secondo.

Giovedì 11 Agosto

Rothko and Caroline Ross

A Place Between, 2005; voto: 2 su 5.

Lui, post-rocker con andamento folk, lei, interessante voce delicata. Potrebbe saltare fuori qualcosa di interessante, diciamo di scuola 4AD, ed invece tra canzoni scheletriche e voce sussurrante, ci si annoia parecchio. Peccato.

Mitchell Akiyama

Small Explosions That Are Yours To Keep, 2005; voto: 3 su 5.

Canadese che pubblica in Europa, un disco di elettronica abbastanza sperimentale in cui si nota la ricerca della melodia. Grande lavoro sui suoni, tra field recording, echi, strumenti classici ed etnici. Alla fine, un buon disco, che non richiede traoppo impegno all'ascolto nonostante l'approccio colto.

Port-Royal

Flares, 2005; voto: 4 su 5.

Ancora post-rock di origine italiana, costretti ad emigrare all'estero per essere pubblicati. Si parte dei Sigur Ros per finire con i GYBE, cavalcate più o meno elettriche, senza voce e qualche accenno di elettronica. Positivi.

Cocorosie

Noah's Ark, 2005; voto: 4 su 5.

L'Arca di noé è certamente quella dei suoni e delle voci: c'è più o meno di tutto qui dentro, come ci hanno abituato queste due sorelle. Canzoni pop bislacche, frantumate in tanti piccoli suoni bizzarri. Piacevoli e divertenti, con il rifacimento di un loro brano assieme ad Antony. Un bel disco.

Ryuichi Sakamoto

chasm, 2004; voto: 2 su 5.

Tendenzialmente, il disco raccoglie composizioni elettroniche sperimentali; però in mezzo c'è l'ennesima riproposizione di World Citizen, con David Sylvian. Poi ci sono riletture di colonne sonore classiche, e sperimentazioni estreme di techno dura. Il risultato è un'accozzaglia di idee non portate a compimento, una specie di centone dei vari aspetti compositivi di Sakamoto, che però non seguono un filo logico e finiscono coll'irritare.

Malcolm Middleton

Into The Woods, 2005; voto: 3 su 5.

Una metà degli Arab Strap in versione solista; canzoni malinconiche con piglio allegro, tra derive pop e shoegaze (ci sono un paio di MAgwai a colalborare...). Nulla di particolarmente nuovo, ma degno di un ascolto non superficiale.

Mercoledì 10 Agosto

Stereolab

Oscillons from the anti-sun, 2005; voto: 4 su 5.

Tre Cd (più un DVD), trentacinque brani, praticamente la raccolta di tutti gli EP degli Stereolab dal 1993 al 2001. E considerato che spesso negli EP gli Stereolab ci mettono le cose migliori, si capisce l'importanza di questo cofanetto; che tuttavia non è adatto ai fan (che già avranno gli EP), e nemmeno a chi li conosce di striscio (gli Stereolab sono una animale difficile da trattare). Per chi sta in mezzo, come me, ottimo.

Susanna and the Magical Orchestra

List of lights and buoys, 2005; voto: 3 su 5.

Vicina alla Bjork di Vespertine, o meglio a Emiliana Torrini; e come nell'ultimo disco della Torrini, canzoni lievi e delicate, molto acustiche, qui con più accompagnamento (c'è un'orchestra, dopotutto..., ma in realtà sono in due, lei compresa). Non male, ma alla lunga stanca un po'.

Richard Davis

Details, 2005; voto: 2 su 5.

Un disco molto simile al nuovo Royksopp: elettronica poppeggiante, canzoncine leggere leggere, evanescenti, ottime come sottofondo da dimenticare.

One Self

Children of Possibility, 2005; voto: 3 su 5.

One Self è il gruppo di Dj Vadim (dj russo ormai stabile in inghilterra) assieme ad un rapper americano ed una MC svedese. Si parte quindi dallo hip-hop, ma c'è molto di più in questo disco: blues, soul e influenze esotiche sparse. Non è male all'interno del suo genere proprio per la capacità di allargare gli orizzonti.

Susumu Yokota

Symbol, 2005; voto: 3 su 5.

Dovrebbe essere più o meno il venticinquesimo disco di questo signore giapponese. Brani tutti piuttosto tranquilli, tutti molto arrangiati, con reminiscenze di musica classica (romantica, verrebbe da dire), con affioramenti elettronici e minimali per arrivare anche ad una canzone. Tutto sommato si ascolta comodamente.

Maria Taylor

11:11, 2005; voto: 3 su 5.

Ha lavorato con Moby, fa parte delle Azure Ray, è compagna d'etichetta di Bright Eyes. Grandi credenziali, disco medio, tra folk, elettronica e pop, ed ovviamente canzoni con dolce voce femminile. Ma non colpisce più di tanto.

Matthew Herbert

Plat Du Jour, 2005; voto: 2 su 5.

Disco più concettuale del solito (se così si può dire) per Herbert, che trae spunto dal cibo. In ossequio ai suoi dogmi, Herbert utilizza campioni prodotti esclusivamente allo scopo (ed ossessivamente annonati sul sito), assemblando poi il tutto in canzoni. Questa volta però il giochino non coinvolge più di tanto: si può essere o meno affascinati o concordi col concetto, ma la musica è un po' scialba.

Martedì 9 Agosto

Nudge

Cached, 2005; voto: 2 su 5.

Zona Kranky: post-rock dilatato, elettronica a sporcare, ci sono tutti gli ingredienti per un buon disco; eppure c'è qualcosa che non mi convince. Ma non so dire cosa.

Tunng

mother's daughter and other songs, 2005; voto: 3 su 5.

C'è un po' di elettronica, c'è un po' di folk, ci sono i Beta Band come numi tutelari, ci sono le melodie, ci sono le canzoni. Un buon disco, ma che richiede ripetuti ascolti per poterlo mettere a fuoco.

Lunedì 8 Agosto

Tosca

J.A.C, www; voto: 2 su 5.

È chiaramente un disco di cinque anni fa. Gli stessi suoni, gli stessi ritmi, la stessa battuta bassa, la stessa. Non è cambiato nulla.

Stromba

Tales From The Sitting Room, 2005; voto: 3 su 5.

C'è un po' di tutto qui dentro di quello che mi piace: post-rock, glitch, jazz, elettronica, funk, dub, ... Tutto assieme appassionatamente, ma con trame non confuse anche se complesse, suoni non banali, anche se si fa un po' fatica a finirlo.

Royksopp

The Understanding, 2005; voto: 1 su 5.

Che delusione. L'elettronica giocosa e pop del primo disco qui diventa pop e basta. Canzoncine evanescenti che deludono in un disco molto atteso.

Planet Funk

The illogical Consequence, 2005; voto: 2 su 5.

Non Zero Sumness, 2003; voto: 3 su 5.

Avevo un pre-giudizio nei loro confronti dovuti all'esposizione ai singoli estratti dagli album. Ascoltando invece il disco nella sua completezza, scopro che i Planet Funk sono molto legati ad una certa New Wave degli anni ottanta, che a momenti copiano pesantemente. E se nel primo disco la cosa piaceva ed incuriosiva, nel disco di quest'anno la cosa è diventata più leggera e meno interessante.

Mugison

Mugimama - This is the monkey music?, 2005; voto: 3 su 5.

Niceland, 2004; voto: 3 su 5.

Il punto di partenza è il glitch pop e l'elettronica astratta tipo Múm (vedi Niceland, una colonna sonora), coi quali è andato spesso in tour. Ma poi il signore deraglia verso il folk ed il blues più strano, con canzoni bizzarre, arrocchite, con momenti a la Tom Waits. Nel complesso non dispiace, ma è un po' disturbante.

Sabato 6 Agosto

vv.aa. (staubgold)

Childish Music, 2005; voto: 3 su 5.

Ma che roba: musica elettronica sperimentale fatta per bambini; ninne nanne glitch, suoni improbabili, accozzaglie di effetti, tutto molto strano. Ma non brutto, oh no. Qualche pezzo molto buono, altri noiosi, qualità media decente, consigliato non solo a chi soffre della sindrome di peter pan.

Matt Elliott

Drinking songs, 2005; voto: 3 su 5.

Lui è Third Eye Foundation, ma persegue da solo con il suo nome traiettorie post-rock. Sette brani nuovi (ed un ottavo, di venti minuti, praticamente un frullato riassunto del disco precedente, non così brutto come sembra a raccontarlo in questa maniera) di canzoni malinconiche che accarezzano il folk e la canzone d'autore.

Pedro

Early Pedro, 2005; voto: 3 su 5.

Collezione dei primi tre EP (dal 1998 in poi) di questo signore, che fa una musica elettronica con venature folk (folktronica), un po' alla maniera di Four Tet, accentuando qui e lì l'aspetto folk, ma senza strafare. Simpatico.

Bjork (a cura di)

Army of Me, 2005; voto: 4 su 5.

Ovvero, some fare un album benefico senza muovere un dito. Bjork ha invitato chiunque a fare cover, remix o altro di uno dei suoi più grandi successi, Army of Me, appunto. Poi ha selezionato le cose più rappresentative e ci ha fatto un disco (i cui proventi eccetera eccetera, stavolta per Unicef). Quel che salta fuori è una cosa bizzarrissima, versioni doom, con la fisarmonica, remix straniti, cover tra il rispettoso e l'inascoltabile. Alcune versioni sono veramente belline, mentre quelle brutte stanno a ricordare che esistono altre culture e vanno comunque rispettate.

Robert Lippok e Barbara Morgenstern

Tesri, 2005; voto: 3 su 5.

Lui, membro dei To Rococo Rot; lei, cantautrice tedesca un po' fuori standard. Han fatto questo disco di elettronica glitch, dolce e parecchio pop. Non male, anche se nulla di particolarmente originale.

Venerdì 5 Agosto

Lali Puna

I thought I was over that, 2005; voto: 3 su 5.

Un doppio disco che raccoglie cose già sentite ma comparse da sole (su compilation, ad esempio), qualche indedito, molti remix magari già comparsi su singolo. Il disco (come accade in altri casi) non è altro che un modo per tenere desta l'attenzione sul gruppo in attesa di nuove composizioni. Se è così, va anche bene, ma se invece cerca di coprire la stanchezza compositiva, allora c'è da preoccuparsi.

String Theory

Radiovalerian, 2004; voto: 3 su 5.

Bellino e pulitino questo disco di elettronica, un po' retro', un po' glitch. Forse l'eccessiva pulizia, che rende tutti i brani belli ma senza qualcuno che si stagli sugli altri, è il limite di questo disco. Che però, ripeto, è molto simpatico e bellino.

Sinéad O'Connor

Collaborations, 2005; voto: 2 su 5.

Lontana dalle scene per scelta artistica, la casa discografica cerca comunque di raccattare qualche soldo pubblicando questa raccolta di canzoni cui Sinead ha collaborato nel tempo. Che, tolte le collaborazioni più note e riuscite, e che si hanno già, non aggiunge nulla a quanto già noto della ragazza.

Offlaga Disco Pax

Socialismo Tascabile, 2005; voto: 4 su 5.

Originale proposta: basi elettriche, electro ed elettroniche, voce recitante alla Lindo Ferretti. Un approccio simile agli Skiantos o ad Elio e le storie tese, ovvero grande impegno sulla musica, anche se poi uno si trova a parlare e a ricordare solo i testi. Che riprendono, togliendo via tutta la retorica, i CCCP. Senza eccessiva nostalgia, ma con disincanto, si parla di ieri per indendere oggi. Decisamente una delle migliori uscite in Italia quest'anno.

Giovedì 4 Agosto

vv.aa.

Verve Remixed volume 3, 2005; voto: 3 su 5.

Si ripete per la terza volta l'operazione di pigliare pezzi del catalogo Verve (Nina Simone, Billie Holiday, mica sciocchezze) e di passarle sotto le cure di più o meno abili remixatori. In genere questo tipo di dischi si salva alla prima uscita, per poi scendere in abissi di noia. Invece qui si ha forse il disco migliore della serie: molti, con più audacia del solito, rimescolano parecchio generando nuovi brani. Vedi Postal Service, ad esempio, ma anche gli altri svolgono adeguatamente il loro compito.

Rachel's

Systems/Layers, 2003; voto: 3 su 5.

Handwriting, 1995; voto: 3 su 5.

Musica Ambient in senso proprio: brani lunghi e brevi, poche occasioni di ricordare qualcosa, eppure un sottofondo piacevole, post-rock dilatato, molto post e poco rock. Atmosfere rarefatte, occasionali voci, ottimi arrangiamenti.

Supercilious

Next Time We Go Sublime, 2004; voto: 4 su 5.

Divertente piacevole e vario il disco di questo semi-sconosciuto artista francese; si passa da pezzi elettronici fratturati e veloci a brani più tranquilli e post-rock. Tutto molto elettronico, ma tutto molto caldo.

Stephan Mathieu

The Sad Mac, 2004; voto: 2 su 5.

Dove per Mac si intende il computer Apple Macintosh. Quindi musica fatta col computer, sottile rarefatta, compionando spesso suoni propri dei computer; irrimediabilmente noiosa e senza scopo.

Mercoledì 3 Agosto

Larsen

Play, 2004; voto: 4 su 5.

Questo disco si aggiunge alla lunga serie di ottimi dischi post-rock italiani. Una felice scoperta (è il lor quinto album), già bello prima di venire a sapere che originariamente doveva essere un disco di cover degli Autechre (!), ma che poi i quattro si sono lasciati prendere la mano ed hanno composto i sei brani. Molto belli, sinuosi e lenti.

Masha Qrella

Unsolved remained, 2005; voto: 3 su 5.

Luck, 2002; voto: 3 su 5.

Morr music (il disco di quest'anno, l'altro no): un po' si sente, un po' no. Lei viene da esperienze post-rock ed elettro-pop, ed un po' si sente. Melodie orecchiabili, elettronica a supporto, ma manca il guizzo che rende il tutto da ascoltare più volte.

Tarwater

The Needle Was Travelling, 2005; voto: 3 su 5.

Si sono un po' ammorbiditi, questi Tarwater; da composizioni eminentemente elettroniche e post, siamo andati verso la forma canzone (se così si può dire), più suonata e più pop. Questa transizione, ormai di molti nel tentativo forse di "commercializzarsi", non nuoce più di tanto, e il disco rimane interessante senza cercare soluzioni troppo ardite.

Margaret Kammerer

To Be An Animal Of Real Flesh, 2004; voto: 3 su 5.

Italo-tedesca, scuole alte (DAMS a Bologna), frequentazioni pericolose (O.Lamm, B.Fleischmann, Fred Frith, e.e. cummings), un cantato che un po' disturba. Quattordici pesanti composizioni, che però non affaticano; tra sperimentazione e canzone, riesce a coinvolgere anche se si sta facendo altro.

Piano Magic

Opencast EP, 2005; voto: 4 su 5.

I Piano Magic sono un gruppo che riesce sempre a produrre dischi che mi piacciono senza mai esaltare troppo. Anche questa volta, in questo EP, le atmosfere tranquille sono stavolta sporcate da qualche glitch elettronico, ma è come non sentirli dietro le splendide voci che cantano.

Maximilian Hecker

Lady Sleep, 2005; voto: 4 su 5.

Infinite Love Song, 2001; voto: 3 su 5.

Canzoni malinconiche e canzoni tristi; nel secondo disco un po' ancora acerbe, mentre nel disco uscito recentemente sono compiute e piacevoli. A tratti il suono ricorda i Sigur Ros, ma con testi comprensibili. Lento ma mai noioso, dischi da ascoltare d'inverno davanti al fuoco, piuttosto che in spiaggia sotto l'ombrellone; ma van bene lo stesso.

Martedì 2 Agosto

Phthalocyanine

No one say you didn't, 2005; voto: 3 su 5.

Elettronica tra l'allegro e l'ambient, breaks qui e li', per un disco dignitoso anche se non eccelso. Bizzarro il nome.

Pita

Get Off, 2004; voto: 2 su 5.

Un po' di silenzio, un po' di rumore, e via cosi, per trentacinque minuti. Ci vuole qualcosa di più per scompormi.

The Futureheads

The Futureheads, 2004; voto: 1 su 5.

Li ho ascoltati ieri, ed oggi nemmeno li ricordo più. Un motivo ci sarà.

The Libertines

The Libertines, 2004; voto: 1 su 5.

Un fulgido esempio di bufala mediatica. Le basi di tutto sono queste canzoni poco interessanti e senza un pizzico di orginalità. Però il gruppo ha litigato, si è drogato, si è picchiato, insomma, sono diventati famosi ed acclamati...

Adriano Canzian

Pornography, 2005; voto: 2 su 5.

Non mi piace: basi electro, o comunque risalenti agli anni ottanta, ossessive fino alla noia; testi spesso osceni, ma ripetitivi. Al di là dell'operazione pubblicitaria, poca cosa.

Lunedì 1 Agosto

White Stripes

White Blood Cell, 2001; voto: 3 su 5.

Più ascolto questi due, più riconosco che sono dei bravi giovini, pieni di idee e compositori di canzoni rock essenziali eppure dense. Per essere puro rock, mi piacciono...

Marlene Kuntz

Fingendo la poesia, 2004; voto: 3 su 5.

Un dignitoso EP uscita nell'attesa dell'album, con qualche ripresa, live e due cover. Non male.

Piero Pelù

Soggetti Smarriti, 2004; voto: 2 su 5.

È passato poco più di un anno e cosa rimane di questo disco? Qualche canzonetta orecchiabile (ma solo perché tormentati a suo tempo) e nulla più.

Q and Not U

Power, 2004; voto: 2 su 5.

Un misto di post punk rumoroso con altre musiche più leggere, per dare luogo a musichette leggere, leggere, evanescenti.

Satoshi Tomiie

Full Lick, 2000; voto: 1 su 5.

Che noia questo pum-pum-pum, solo occasionalmente sollevato da qualche inserto più tranquillo...

Giovedì 25 Agosto

Jonathan Lethem

La fortezza della solitudine

Marco Tropea Editore

La fortezza della solitudine è il palazzo costruito da Superman al polo nord (credo), dove sfoga le sue crisi depressive. La forza della solitudine è la storia della crescita di questo ragazzo, unico bianco in un quartiere di neri. È anche la storia della strana amicizia tra il bianco ed un ragazzo nero, che passa attraverso musica (di molti generi, dal blues al soul al rock al punk al pop e poi di nuovo al blues al soul), droghe (tutte o quasi), piccola e grande criminalità. Comincia narrato in terza persona, come per flash successivi, come del resto funziona la memoria, e finisce (quasi) in un flusso di coscienza, quando il ragazzo tira le fila di tutta la sua giovinezza, cercando di uscirne meno solo.
Il solito romanzo di formazione? No, se a scriverlo è Lethem, che aveva abituato a cose molto più strane; c'è in effetti qualche inserto bizzarro (un anello da supereroe che sembra funzionare per davvero), perfettamente funzionale alla narrazione, buoni pezzi di scrittura pura, e si finisce ugualmente ad appassionarsi alla storia.

Venerdì 19 Agosto

Antonio Rezza

Azioni Inclementi

Asilo Rossi, Palazzo Toaldi Capra, Schio (VI)

Lo spettacolo è "Fotofinish", storia (!) di un uomo che si fotografa per sentirsi meno solo, che si crede uomo politico e poi cane per inventarsi una vita. Ma tutto questo si capisce dopo. Durante lo spettacolo, all'inizio si è completamente spiazzati. La rappresentazione procede per accumulo di istanti surreali, di ininterrotto discorso ed azione scenica (l'attore zompa da tutte le parti), e si capisce poco; poi, si continua a capire poco, ma in qualche modo l'illogicità della trama trova un suo motivo, si entra nel mondo dell'attore, e si resta coinvolti, ci si interessa, si segue in qualche modo. Alla fine, in una apoteosi di non senso, tutto ritorna ad avere senso. In più, c'è da ammirare la presenza scenica di quest'uomo, una versione più cattiva ed in acido di Zanardi di Pazienza, capace di mordere, insultare e palpare il pubblico, di saltare nudo per il palco, attaccando religione, politica e socialità, senza essere per questo osceno o blasfemo. Un grande.

Giovedì 18 Agosto

Morjane Baba

Guellilla Kit

ISBN Edizioni, 2005

E dopo la filosofia di Hardt-Negri, un po' di pratica: un libro (ma gli stessi autori, un gruppo parigino che si firma con un nome collettivo) diviso in tre parti. SI comincia con qualche sparso appunto di viaggio, che parla delle attività antiglobalizzazione; poi un dizionario dei termini e delle azioni tipiche, per finire con la parte più interessante, ovvero un manuale fai-da-te per l'organizzazione di manifestazioni, blocchi stradali, proteste, costruzione di barricate e difesa personale. L'approccio raccogliticcio traspare tutto, con pezzi di diverso tenore (dall'informativo puro all'ironico spinto), anche se lo stile di fondo è, purtroppo spesso, quello fumoso e parolaio di una certa sinistra. Al di là dello scopo informativo puro (scarso, diciamolo pure), il libro è interessante per fotografare dal di dentro l'arcipelago antagonista, con tutte le sue contraddizioni e la sua (orma passata?) vitalità.

Mercoledì 17 Agosto

Adam Fawer

Improbable

Feltrinelli 2004

È stato pubblicizzato come "il thriller che ha fatto cambiare idea alla Feltrinelli", trattandosi appunto del primo thriller puro da loro edito. E potevano risparmiarselo: si tratta di un thirller di stampo classico, dove al protagonisa ne succedono di tutti i colori, è aiutato da (questi sì) improbabili comprimari (la donna bellissima agente secreto doppio!!!), con una spruzzata scientifico-tecnologica-filosofica (l'improbabilità del titolo); non rivelo nulla se vi dico che finisce ovviamente bene. Insomma, il solito thriller di stampo americano. Ah, Feltrinelli...

Martedì 16 Agosto

Michael Hardt - Antonio Negri

Moltitudine

Rizzoli 2004

Il duo Hardt-Negri, dopo il tomo "Impero" ritorna con questo "Moltitudine". E se nel primo, di colore giallo, si parlava di come ormai si stia stabilizzando la logica dell'impero, non solo statunitense, ma anche e soprattuto socio-economico globale, qui, con un acceso e rivoluzionario colore rosso, si cerca di combatterlo. E i due trovano il miglior candidato combattente nella moltitudine, cosa diversa dal popolo, dalla massa, dalla classe. La moltitudine è l'unione di molti senza che questa unione faccia perdere o annacquare le caratteristiche di ciascuno (se state pensando agli esperimenti di Seattle e Genova, ai Social Forum, ci siete vicino). La moltitudine sembra essere l'unica soluzione ai problemi della democrazia (chi la esporta ha gravi difetti democratici interni, mentre le massime espressioni del governo mondiale sono molto lontane dal processo democratico), la sola in grado di trovare nuovi strumenti e organizzazioni di governo di tutti per tutti. Il libro è soprattutto "filosofico", e quindi non propone soluzioni ma solleva dubbi ed interpreta situazioni; inoltre, è pregevole lo sforzo dei due autori di essere più comprensibili (Impero era veramente duro), tanto che la densità dei concetti riesce a farsi strada senza troppi sforzi (ma il libro non è ancora una tipica lettura da ombrellone). Un buon libro per pensare e per affrontare problemi in modo non superficiale.

Ven-Sab 12-13 Agosto

Azioni Inclementi

Attacchi di Panico

Asilo Rossi, Palazzo Toaldi Capra, Schio (VI)

La sesta edizione di Azioni Inclementi si svolge a Schio. L'argomento, di estrema attualità, è la cultura della paura che ci troviamo a vivere in questi ultimi anni, a causa di guerre, terrorismi e quant'altro.

Venerdì 12 si comincia con "La compagnia della Fortezza" e lo spettacolo "Sing Sing Cabaret" (per chi non lo sapesse, la Fortezza è composta da detenuti del carcere di Volterra). Un musical liberamente ispirato a Bertold Brecht (di cui riprendono canzoni ed atmosfere) con l'inserimento di ampi stralci di contemporaneità. Non male, ma si fatica a seguire il tutto.

Di seguito, la riproposizione di un documentario di Rai Tre del programma "C'era una volta" in cui si documenta come si vive negli Stati Uniti quando è in vigore il "Codice Arancione". Il succo è che gli Americani non WASP vivono nella paura.

Sabato 13 diluvia e si va all'interno di un cinema-teatro. Raimondo Brandi porta il suo spettacolo "Security. Fino all’11 settembre". Il monologo racconta molti fatti avvenuti prima di quella data, evidenziando interessi, incapacità e leggerezze del mondo statunitense. Cerca di essere abbastanza obiettivo, anche se è facile ironizzare. Piuttosto che effettuare ricostruzioni, insinua il dubbio, pur suggerendo possibilità con la stessa logica dell'esposizione. Consigliato a chi ha già dimenticato perché ci sono un po' di guerre in corso.

Lo spettacolo successivo è una sorta di reading; parte da una buona idea (rileggere l'attualità alla luce di racconti di fantascienza di due autori come Dick e Ballard), ma la realizzazione è veramente pessima. Vuoi le voci recitanti, vuoi la messa in scena, veramente insufficiente, così si uccide quel piccolo messaggio che voleva trasmettere.

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